Da qualche tempo si erano perdute le tracce (ovviamente, sui mass media) dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma il giornale “Il Fatto Quotidiano” lo riporta alla ribalta, registrando il suo intervento in Parlamento dopo l’informativa del premier Matteo Renzi sulla questione dei migranti (o profughi, o clandestini, o chiamateli come volete). A quasi una settimana dalla terribile tragedia nelle acque del Mediterraneo (quante le vittime? 700, 900?) Napolitano, come riporta “Il Fatto”, esclama: “Siamo arrivati al dunque, ad un momento che mai si era vissuto dal 1989: occorre riflettere sull’assoluta esigenza su cosa possa essere un nuovo, più giusto e sostenibile ordine mondiale”. Un “Nuovo Ordine Mondiale”? Queste tre parole – Nuovo-Ordine-Mondiale – riportano alla memoria tante e tante cose nelle quali non vogliamo minimamente addentrarci, perché sono a livelli troppo alti, fuori dalla nostra microscopica portata. Parole, comunque, che dovrebbero fare riflettere, e molto.
Noi voliamo più a bassa quota e cerchiamo di comprendere e vedere cosa accade in questa terra, con particolare riferimento (in questo caso) ai migranti e alla Sicilia.
E’ indubbiamente vero che quando si verifica una ecatombe come quella di pochi giorni addietro, tante cose passano in secondo o terzo piano o, addirittura, scompaiono, o non hanno più l’attenzione dovuta. Migranti e Accoglienza: sono due termini che vanno di pari passo e che dovrebbero rimanere costantemente sotto i riflettori. Così non è nella realtà. La parola “migranti” in questo momento viene accoppiata a “schiavisti”, cioè a coloro che stanno sfruttando i disperati che cercano un nuovo spazio per vivere. Ottimo il lavoro delle Procure della Repubblica in Sicilia, che hanno portato a numerosi arresti di arabi facenti parte di organizzazioni criminali, soprattutto quelli effettuati nel centro d’accoglienza “Cara” di Mineo. Ed ecco il termine “Accoglienza”, isolato e messo da parte. Dello “scandalo Mineo” non si discute più? Per fortuna c’è chi ne parla, come Claudia Eusani che martedì scorso sul quotidiano “Huffington Post” ha scritto, senza peli sulla lingua: “Inchieste già aperte. Sviluppi clamorosi di cui si vocifera negli ambienti giudiziari, da Firenze a Roma passando per Catania e Agrigento. Fatti che, messi in fila, portano ad evidenti ipotesi di reato. Il sistema dell’accoglienza può assumere contorni criminogeni? Il dubbio comincia a togliere il sonno ai tanti, la maggior parte, che di certo sono in buona fede. Il punto è che in questo momento una delle poche fonti sicure di reddito è proprio quella che origina dal meccanismo dell’assistenza agli immigrati. Un giro d’affari di circa 63 milioni al mese, volendo restare cauti. Cifra che si ottiene sommando i 30 euro assegnati giornalmente per ciascuno dei circa 70 mila immigrati assistiti tra Cara, Sprar e altri centri minori, comprese abitazioni private, piccoli hotel e pensioni. Trenta euro infatti è la cifra media stanziata giornalmente per vitto e alloggio e generi di prima necessità per ciascun immigrato”.
Sì, inchieste già aperte nelle quali dovrebbero essere coinvolti politici e imprenditori, e che per ora sembrano andare a passo di lumaca nonostante sia noto che “il giro d’affari dell’accoglienza produce corruzione, favoritismi, posti di lavoro, consenso politico”. Claudia Eusani tira dritto nel suo reportage: “Le carte dell’inchiesta Mafia Capitale sono state il primo segnale di un sistema probabilmente già marcio. Alcune di quelle carte sono state trasmesse a Catania”. E aggiunge: “Il cosiddetto “faldone Mineo” spicca da tempo sulla scrivania del procuratore di Catania Giovanni Salvi e le carte arrivate a dicembre scorso dai colleghi di Roma che indagano su “mafia capitale” sono state solo l’ennesimo ma non ultimo tassello di un’indagine che fa tremare i polsi a molti politici. E a gruppi di cooperative legate a determinate aree politiche. Nonostante questo, stupisce scoprire come tra le pieghe della legge di Stabilità a fine novembre 2014 il governo abbia concesso, su richiesta di Ncd, altri tre milioni di euro per il Centro di Mineo. La Sicilia è regione leader nel sistema dell’accoglienza, 14.450 persone, pari al 22% del totale. Un discreto giro d’affari, dunque, soprattutto sicuro visto che gli arrivi aumentano a vista d’occhio…”.
Cosa dovrebbe aggiungere a quanto scritto un giornalista per riportare all’attenzione uno scandalo non-stop come quello di Mineo? Non più di tanto. Poi sopravviene l’autocensura e non si fanno i presunti nomi dei personaggi politici coinvolti: c’è rischio di querele e quant’altro possa nuocere, visto, infine, come lo stesso premier Matteo Renzi ha tenuto a blindare gli indagati che (direttamente o indirettamente) sono legati all’attuale Governo.